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La campagna di sensibilizzazione “Scacco alla Truffa” diretta alle persone anziane, e non solo, è realizzata nell’ambito del progetto legato al Protocollo d’Intesa firmato a fine 2021 dal Comune e la Prefettura di Parma per la prevenzione e il contrasto delle truffe agli anziani ed è realizzata con la collaborazione del disegnatore parmigiano Gianluca Foglia, in arte Fogliazza che racconta in immagini le diverse tipologie di truffe che ciascuna persona nella quotidianità può “mettere in scacco”, impedendo all’avversario ogni contromossa, così da prevenire e contrastare i raggiri, smascherarli, denunciarli e aiutare gli altri.
Nel 2023 prosegue con incontri in-formativi supportati dalle Forze dell’Ordine nei diversi quartieri per approfondire le molteplici situazioni di fronte a cui ci si può trovare.
Insieme al Comune di Parma e alla Prefettura, ANCeSCAO Aps Parma è capofila nella realizzazione del progetto finanziato dal Fondo per la prevenzione e il contrasto delle truffe agli anziani.
Molti ringraziamenti ad Istituzioni, Enti ed Associazioni che si sono messe a disposizione per arricchire il progetto:
Auser Parma, Intercral, Aima, Punti di Comunità Pablo, San Leonardo e Oltretorrente, Associazione Tuttimondi, Emporio Solidale, Confconsumatori, SPI Cgil Parma, Polizia di Stato e Polizia Municipale, e molte altre su diversi progetti.
Un grazie particolare alla Questura di Parma e alla Polizia di Stato per la collaborazione sul territorio, la disponibilità e il supporto continuativo al percorso intrapreso.
Armeggiano con tubature e quadri elettrici e parlano di un presunto guasto che potrebbe causare, ad esempio, emissioni di gas tossici per avere accesso alla casa. Questa è una delle tante modalità con cui le vittime di truffe vengono adescate. I truffatori possono presentarsi come persone distinte, con tesserini fasulli e, giocando sulla paura, fiducia o compassionalità della persona vittima della truffa, riescono con destrezza a ingannare e derubare.
Molto brevemente le forme più comuni di truffa sono:
Tali esemplificazioni non racchiudono tutte le tipologie di truffe ma vogliono solo offrire una descrizione delle più comuni.
Nonostante siano numerose le modalità e i contesti in cui possono avvenire le truffe, è possibile tutelarsi e difendersi in differenti modalità.
Sicuramente avere una rete solidale su cui poter contare (vicinato, parenti, amici), e che possa essere interpellata prontamente o per necessità, rappresenta uno dei maggiori fattori di protezione (ricordiamo infatti che all’avvicinarsi di altre persone i truffatori tendono a fuggire).
La prudenza è sempre un’alleata preziosa: ad esempio, all’interno delle mura domestiche, prima di aprire la porta della propria abitazione o dare accesso ai propri beni, è sempre utile accertarsi della veridicità di quello che degli sconosciuti stanno affermando. In caso di finti operatori del gas, luce o altro servizio può essere utile provare a ricordare se ad esempio vi siano state comunicazioni (avvisi sul portone o all’interno della buca delle lettere) nei giorni precedenti.
In caso di dubbio è certamente buona cosa interpellare il 112 per una verifica, o anche, se possibile, un vicino di casa.
Nello specifico, indichiamo il seguente link da consultare per maggiore dettagli.
Spesso si pensa che le persone che si presentano bene nei modi e nell’aspetto siano delle persone perbene. Nell’ambito delle truffe questo pensiero non aiuta a riconoscere dei potenziali truffatori. Infatti, le persone che rimangono vittime delle truffe molto spesso riportano queste caratteristiche dei loro truffatori: persone vestite bene, talvolta in maniera elegante, curati nell’aspetto, proprio per non destare sospetti. Usano modi gentili e hanno un linguaggio accurato. Un’altra delle caratteristiche riferite spesso dai soggetti truffati è la tendenza a disorientare la persona tramite tecniche basate sul linguaggio (molto loquaci, cercano di diminuire i tempi decisionali del soggetto truffato; infatti, meno tempo impiegheranno per aggirare la persona, più probabilità avranno di farla franca). Se si presentano con una divisa sono spesso presenti dei particolari contraffatti (ad esempio la divisa) o elementi distintivi assenti (ad esempio, se si presentano come poliziotti, non c’è l’auto di servizio).
In caso di sospetto, chiamare il 112 è sempre un’ottima tutela per sé e per gli altri!
L’isolamento, la solitudine e una maggiore età sono fattori che secondo i dati espongono maggiormente al rischio della truffa. Ritrovarsi fuori dalle reti sociali e relazionali, in particolare non avere un parente, un amico o un vicino da poter contattare subito lascia la vittima da sola di fronte ai malfattori. Spesso, inoltre, accade che la solitudine faccia emergere un maggior bisogno di compagnia e dialogo, diminuendo quindi le proprie difese e la capacità di riconoscere dei possibili rischi. Con l’aumentare dell’età possono incrementare le fragilità psichiche e biologiche (malattia), fattori che possono predisporre maggiormente a una truffa. Secondo una indagine condotta da ANAS – ANCOS la forma di truffa più diffusa tra gli anziani è proprio quella rappresentata dalla visita presso il proprio domicilio da parte di falsi funzionari pubblici. Vediamo meglio cosa intendiamo per fragilità psichica e organica, per poter anche comprendere quali persone devono essere maggiormente tutelate. La fragilità psichica fa riferimento a quadri psicopatologici quali la depressione, stati ansiosi, disturbi psicotici e/o schizofrenia. La fragilità organica rimanda invece a forme di indebolimento cognitivo in un quadro di malattia neurodegenerativa o di deficit cognitivo lieve (legato all’età o preludio della malattia neurodegenerativa), ma anche a patologie che indeboliscono la persona dal punto di vista motorio, che hanno dunque meno prontezza a reagire.
No. In molti casi si riflette in una modificazione delle relazioni parentali, con i propri figli e i parenti. Se la persona svilupperà conseguenze psicologiche, tali ricadute si rifletteranno, ovviamente, sia sulle abitudini familiari sia sulle relazioni affettive. Risulta quindi estremamente necessario che se si sviluppano tali difficoltà non vengano sottovalutate e ci si rivolga a specialisti del settore quali psicologi, psichiatri o psicoterapeuti, che possano aiutare la persona a superare il circolo vizioso della paura, della colpevolizzazione, della diminuzione della stima di sé o ancora della sospettosità verso gli altri, e così via.
In senso lato, possiamo vedere dunque tutta la comunità sociale come una struttura che può salvaguardare i più fragili (e non solo) al fine di contenere il fenomeno delle truffe; pertanto, il fenomeno non deve essere affrontato soltanto quando si verifica, ma risulta indispensabile parlarne in un’ottica informativa e preventiva.
I parenti possono essere una preziosa fonte di protezione e sicurezza in momenti di fragilità. È molto importante che dopo che un proprio caro ha subìto una truffa si presti particolare attenzione agli atteggiamenti verso questi. In particolare sarebbe importante non far sentire la persona come ingrata o ingenua per essersi fidato di un truffatore o non essersi accorto del danno che stava subendo. E’ importante non lasciare ad esempio la persona sola, e se vive a casa da solo/a si può pensare di incrementare il numero di visite durante la giornata da parte dei parenti o proporre di trasferirsi temporaneamente a casa di un/a figlio/a perché possa sentirsi al sicuro. È altresì importante non limitare la persona nelle sue autonomie quotidiane, per evitare di rafforzare sentimenti di sfiducia verso se stessi o di paura di perdere la propria indipendenza. Si può incoraggiare la persona ad attività di svago, come uscite al parco o a riprendere le frequentazioni della rete amicale, del volontariato o di circoli ricreativi. È molto importante bilanciare sentimenti di allerta per quanto accaduto con sentimenti di evitamento del problema: è giusto non far finta di niente e parlarne insieme, soprattutto se dopo giorni dalla truffa persistono nella persona isolamento, paura, rabbia, vergogna, e altro. Se persistono sentimenti negativi la famiglia può incoraggiare il familiare vittima di una truffa ad affrontare il problema che sta vivendo con uno specialista.
Invecchiare non significa sviluppare necessariamente una demenza, ma è il fattore di rischio maggiore per la demenza; al tempo stesso l’invecchiamento è il fattore di rischio di numerose altre patologie che riducono le capacità di difesa contro eventuali malfattori. Promuovere una cultura dell’invecchiamento che ne evidenzi sia i lati positivi che negativi permette una miglior comprensione dei bisogni degli anziani, anche a livello di protezione. Ad oggi i dati disponibili ci indicano che solo il 50% delle persone con demenza riceve una diagnosi formale. Appare evidente che chi non riceve una diagnosi formale non ha una rete di cura e protezione adeguata intorno che lo potrà eventualmente difendere anche da potenziali truffe a cui è più suscettibile.
Si. In caso sospetto inizio di truffa chiamare il 112. Esiste comunque un numero dedicato per avere informazioni (800 551 506) del progetto “Più sicuri insieme” promossa da Anap, insieme con il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza. Lo sportello è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Scacco alla truffa comunica, informa e collabora attraverso materiali e strumenti diffusi sul territorio e online, rivolti ai singoli cittadini, agli enti e alle associazioni coinvolte.
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